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Serra de’ Conti, dove il medioevo è intatto

Trallalerò trallalà nella città della cicerchia siam! Siamo a Serra de’ Conti.
Eh già caro mio, quest’oggi cicerchia sia. Anzi ti diamo un consiglio, prenditela con calma, non t’affrettare, nella vita ci devono essere dei momenti più slow di altri. Non c’è dunque luogo migliore per vivere una vacanza dedicata al relax di quella che trascorrerai in terra marchigiana, tra le colline morbide e sinuose tutte intorno alla Valle del fiume Misa e all’Alta Valle dell’Esino!

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Bicchiere di Verdicchio dei Castelli di Jesi e zuppa di cicerchia, iniziamo da qua! Non conosci la cicerchia? Davvero? La cicerchia è un legume ricco di proteine che viene celebrato ogni anno, nell’ultimo fine settimana di novembre. Qui lo sia ama talmente tanto che gli viene dedicata proprio una Festa, la Festa della Cicerchia. Un evento unico! C’è musica in ogni angolo, ci sono le tipicità gastronomiche delle Marche… Insomma… una roba da non perdere.
L’hai finita la zuppa? Alzati e parti!

Serra de’ Conti è bellissima, immersa tra colorate coltivazioni ti offrirà un suggestivo scorcio paesaggistico e urbano che solo gli antichi borghi medievali sanno donare. E Serra è uno dei meglio conservati delle Marche: ha mantenuto intatto il suo impianto urbanistico medievale, la cinta di mura esterne, i suoi dieci torrioni poligonali e la monumentale Porta della Croce.

Sei a Piazza Leopardi apri bene gli occhi c’è la storia, l’arte e la cultura! C’è il Monastero di Santa Maria Maddalena, costruito su un nucleo del 1300 e poi riedificato nella seconda metà del Cinquecento, quando è attestata la presenza di una comunità di clarisse che vi rimase fino al 2011. La storia dei serrani è legata a doppio filo con quella delle clarisse, a tal punto che si ha ancora memoria di una sassaiola nel 1910 contro le carrozze giunte a prelevare le suore per trasferirle ad Arcevia. Un vincolo fortissimo, oggi testimoniato proprio dal Museo delle Arti Monastiche, ospitato nei sotterranei del Palazzo Comunale: un museo unico nel suo genere, caratterizzato da efficaci tecniche audiovisive e originali documenti, manufatti e reperti custoditi da tempo immemore. Oltre le mura. Oltre il silenzio. Nelle “Stanze del Tempo Sospeso”.

Sei sempre nel monastero, non andar via, chiedi di vedere la Chiesa monastica di Santa Maria Maddalena in stile barocco con i suoi preziosi arredi, la cantoria di legno intagliato e dorato, la volta ornata da decorazioni in stucco con un affresco raffigurante l’Assunzione in cielo di Maria Maddalena. La sua costruzione è del 1603 e le sue linee, le quattro porte laterali dipinte a grottesche, l’unico ordine di lesene, la forma ovale della cantoria e la stessa pianta ellissoidale sono ispirate al Borromini.

E ora vai verso il Palazzo comunale, è nell’antico Convento di San Francesco del XIV sec. Presenta ancora oggi un frammento di affresco cinquecentesco proveniente dall’annessa Chiesa di San Francesco, demolita nell’Ottocento.
Hai visto tanto. E tanto ti sei emozionato.
Perditi pure nell’affascinante groviglio di vie, piazze, antiche case e botteghe storiche, tra i racconti degli anziani del luogo e la quiete del borgo dove anche la Torre dell’Orologio di notte s’ammutolisce, quasi rievocando il sabato del villaggio leopardiano: « quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l’altro tace…».

Percorrendo Corso Roma sulla sinistra c’è la lunetta della Porta della Croce dipinta da Bruno d’Arcevia, raffigurante la “Deposizione di Cristo dalla croce”.
Ancora due passi e verrai catturato dall’imponente Chiesa di San Michele, un gioiellino voluto nel 1290 dai monaci camaldolesi, in stile romanico ma con successivi interventi in stile gotico e all’interno pregevoli affreschi cinquecenteschi.
Buona Serra de’ Conti

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