Maenza: da San Tommaso, alla Passione, un luogo da amare Sei alla ricerca di un paesaggio bucolico? Maenza è la tua destinazione!

Maenza: da San Tommaso, alla Passione, un luogo da amare

Sei alla ricerca di un paesaggio bucolico? Maenza è la tua destinazione! Boschi di castagno, faggi e lecci, l’emozionante valle del fiume Amaseno.

Maenza è il primo borgo pontino che si incontra venendo da Roma. Poggia lungo la via Francigena Sud, su una collina tanto elevata da regalarle una vista che spazia dalle montagne al mare, fino a Terracina e nelle giornate più limpide lo sguardo arriva addirittura alle isole Pontine di Ponza, Palmarola e Zannone.

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Un clima rilassato, famigliare, caldo e accogliente, questo sarà lo stile del tuo percorso nella cittadina delle ciliegie.
Hai capito bene, a Maenza c’è una delle produzioni più ghiotte del frutto di cui già Varrone nel II secolo avanti Cristo illustrava dettagliatamente le caratteristiche. E’ vero che le ciliegie hanno una loro stagionalità e non le potrete trovare a penzoloni sull’albero tutto l’anno, ma ricordatevi che da queste parti vengono trasformante in golose confetture e non solo, provare per credere!
oh… troppe fanno male!

Ed ora, mettiti comodo e immergiti in questa bella cittadina.

Partiamo da Piazza Santa Reparata con la sua fontana ottagonale, la chiesa e un ex-convento dei Francescani per poi proseguire in quel che resta del medioevo: la Loggia dei Mercanti. Anche oggi, osservate bene, si possono ancora vedere le porte a bandiere che testimoniano le antiche botteghe, ci sono poi le ampie sedute in pietra ancora utilizzabili e sulla destra il Monumento ai Caduti. Su altri lati della Loggia ampi finestroni permettono una vista panoramica sulla Valle dell’Amaseno che arriva fino al Mare Tirreno. Un tuffo nel passato che ha caratterizzato questi luoghi. La loggia venne realizzata per ospitare coloro che giungevano nei pressi del borgo dopo la chiusura delle porte di ingresso a Maenza. Lo ricordate che ogni paese di origine medievale ha delle porte d’ingresso… sono gli affascinanti portali, chicche di storia nostrana.

Spostatevi un pochino sul lato della Loggia, è lì che vedrete il simbolo della città: la torre ghibellina che svetta in tutta la sua imponenza.

Non manca di certo un Castello… il maestoso Castello Baronale di Maenza, dimora dei Conti di Ceccano per quattro secoli. Passò “di mano in mano” ad altri importanti famiglie nobili: Caetani, Borgia, Aldobradini, Antonelli, e Pecci a cui apparteneva Papa Leone XIII. Ma il personaggio più importante, che ha reso famoso questo luogo resta San Tommaso d’Aquino. Qui avvenne il suo primo miracolo, quello delle aringhe fresche. Oggi è possibile visitare gratuitamente il Castello ristrutturato nel 1986 e sede del Museo Civico del Paesaggio dove troverete pezzi davvero unici come le carte e gli atlanti che vanno dal XVI al XX secolo!

Molto interessanti sono le raffigurazioni della zona pontina, prima della bonifica! Wow!

Altra particolarità del museo è la collezione di frammenti ceramici rinvenuti nel butto della stanza di San Tommaso. Non è finita qui. A Maenza, non c’è un periodo dell’anno per ricordare il presepe, perché il presepe è parte integrate della cultura maentina, per questa ragione tu, che sei un appassionato di tradizioni e sei venuto qui, potrai immergerti in una mostra permanente interamente dedicata al presepe.
La visita al castello consente anche di ammirare alcuni dei costumi medievali utilizzati nel corso della sacra rappresentazione del venerdì santo che vede coinvolti 300 figuranti in abiti d’epoca. Un evento molto sentito così come il presepe vivente.

Appena fuori dal castello troverete la chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo dalle inconfondibili linee neoclassiche che ricordano quelle di un tempio antico. Sulla facciata principale un frontone con lo stemma della famiglia Pecci, tra le più significative della cittadina pontina. All’interno il singolare trittico della Madonna delle Cerase, raffigurante una Madonna in trono con Bambino e le ciliegie.

Una gita a Maenza non si può che concludere a tavola per assaporare alcuni dei suoi prodotti tipici, tutti legati alle origini pastorali e contadine del borgo.
Che sia periodo oppure no, la polenta di farina gialla è troppo ghiotta per non essere assaporata, anche in estate! E’ la cosiddetta polenta sulla schiazza, generalmente è servita con un sugo a base di salsicce o costolette di maiale, ma condita con olio d’oliva locale e parmigiano, fa comunque la sua figura! Lo sapete da queste parti cosa si usa al posto del pane? La ciambella all’acqua, una sorta di tarallo gigante, una vera squisitezza da assaporate e da portare a casa come fosse un souvenir!

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