Restart Alto Adige Manfred Vallazza

Restart Alto Adige, il Trentino riparte in sicurezza

Siamo nella regione alpina più bella d’Italia, dove tradizioni e paesaggio si fondono in un prodotto turistico locale da sogno. E’ qui che il locale riacquista maggiore importanza. Manfred Vallazza Assessore della Regione Trentino Alto Adige, racconta a Fuoriporta idee e progetti per il rilancio del turismo.

Ripartiamo, ma cosa significa ripartire in Trentino Alto Adige? Dopo la guerra bisognava ricostruire, ora bisogna riaprire, ma sarà sufficiente per incentivare il turismo nella vostra regione?
Far ripartire lentamente e gradualmente la vita pubblica, naturalmente sempre rispettando le massime precauzioni di sicurezza è importante per due aspetti: da un lato l’aspetto psicologico, non possiamo pretendere dalle persone di sopportare ulteriormente questo stato di “isolamento”. È ora di restituire alla gente una maggiore libertà e normalità. D’altra parte la nostra economia necessita di nuove prospettive. E in ultima analisi la stabilità economica è strettamente connessa al benessere del singolo. Per quanto riguarda in concreto il settore del turismo sono sicuro che a medio e a lungo termine le imprese in Alto Adige ne trarranno vantaggio. La regione Trentino-Alto Adige, con la sua atmosfera mediterranea tra splendide catene montuose, offre un ambiente favoloso, dispone di ottime infrastrutture e si trova nel cuore dell’Europa in una posizione favorevole dal punto di vista strategico. I turisti ci possono facilmente raggiungere in poche ore di macchina, un vantaggio in tempi di Coronavirus. A mio parere per motivi di sicurezza la gente tenderà a scegliere mete vicine, raggiungibili con il veicolo privato.

Quali sono le idee e le strategie della Regione Trentino Alto Adige per promuovere il turismo e dare un sostegno alle strutture ricettive?
Innanzitutto – e stiamo provvedendo – è necessario analizzare la situazione e l’ambiente, compresi i suoi punti di forza e i suoi punti deboli. Dopodiché un team di esperti elaborerà strategie e adotterà le misure concrete necessarie al rilancio. Sarà importante anche difendere l’immagine del marchio Alto Adige e trasmettere sicurezza sia dentro che fuori i confini della regione. Ciò sarà possibile con il motto di “Restart Alto Adige” sia rafforzando i percorsi locali in regione che attuando azioni di marketing mirate in mercati di destinazione strategici.

Gli eventi, come volano del turismo nei borghi della vostra regione, quando e come potranno riprendere?
Quest’anno per l’alto rischio di contagio nel caso di assembramento di molte persone in uno spazio ristretto sarà difficile realizzare manifestazioni ed eventi culturali nella loro forma classica. Una crisi ci insegna a pensare alle possibili alternative. Ecco perché è importante cercare di sviluppare delle soluzioni alternative anche in ambito culturale.
A questo proposito un esempio concreto: di recente ho sentito che il Louvre accoglie in media ca. dieci milioni di visitatori nell’arco di un intero anno. Solo nelle ultime cinque settimane sette milioni di “visitatori” hanno ammirato lo splendido sorriso della Monna Lisa dal loro soggiorno, in tutta tranquillità e senza folla.
Anche nell’ambiente artistico e dell’intrattenimento si sono dovute necessariamente percorrere nuove strade. Quali effetti avranno queste nuove strade sull’arte e sugli artisti è un’altra questione, a cui al momento non è possibile dare una risposta.

Si parla di turismo di prossimità, cosa potrebbe fare la Regione per incentivarlo?
Da questa situazione il settore del turismo impara a valorizzare maggiormente i turisti locali e anche i produttori locali. Di conseguenza ciò significa che il locale riacquista maggiore importanza. Tale effetto avrà ripercussioni anche sul consumo locale di prestazioni turistiche e nel complesso rafforzerà il circuito economico locale.

Il turista post-covid ha bisogno di sicurezza, di sapere che l’emergenza sanitaria nel luogo in cui vuol andare in vacanza è sotto controllo. Cosa farà la regione per “confortare” il turista e spingerlo ad andare in vacanza in Trentino Alto Adige?
Di questi tempi il lavoro nell’azienda sanitaria non è sicuramente semplice. Ciò nonostante possiamo essere orgogliosi della competenza dimostrata dal nostro personale, sia dal punto di vista politico, che amministrativo e medico. Ci traghetta attraverso la crisi e contribuisce in maniera determinante a uscirne. Sono sicuro che sarà possibile trasferire anche all’esterno la nostra competenza in situazioni di crisi e trasmettere così la fiducia e la sicurezza nella Regione agli ospiti provenienti da fuori.

Quando auspica che si possano riprendere a fare gli eventi di piazza? Sagre, infiorate, rievocazioni, riusciremo a fare i presepi viventi nel 2020?
Attualmente la vita sociale è diversa, non è quella che conoscevamo fino a tre mesi fa. Nei prossimi mesi è prevedibile che non ci sarà vita sociale, viste le circostanze e il pericolo della forma convenzionale delle manifestazioni. Al momento tuttavia le esperienze sono troppo poche per poter fare delle dichiarazioni più precise in questo senso. Sicuramente si dovrebbero considerare soluzioni alternative.

Quali sono gli eventi più importanti a cui prende parte nell’organizzazione il vostro assessorato?
Nonostante i molti ostacoli presentatisi molte associazioni ed istituzioni culturali ladine, cimbre e mochene saranno in grado di realizzare i loro progetti. Con approcci alternativi nei settori museali, artistici e linguistici è certamente possibile portare a termine i progetti previsti. Quale assessore regionale per le minoranze linguistiche è un mio obiettivo costante supportare in particolare gli istituti culturali e le associazioni e assicuro loro il mio pieno sostegno.

Perché il turista deve scegliere il Trentino – Alto Adige, qual è l’aspetto più bello, che distingue la vostra regione, da qualsiasi altra?
Sostanzialmente gli aspetti che gli ospiti apprezzano da noi in quanto destinazione turistica: il modo di essere schietto ma socievole della gente, il calore delle piccole aziende familiari, il paesaggio alpino mediterraneo come particolare spazio ricreativo e le specialità culinarie italo-tedesche.

L’ultima domanda, quale è il suo borgo del cuore e perché.
Naturalmente il mio maso a La Valle, dove vivo e che gestisco. È il mio piccolo paradiso, dove sono cresciuto protetto insieme ai miei fratelli e anche i miei figli cresceranno in questo meraviglioso ambiente, circondati da una grande famiglia amorevole.

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