Il suo culto unisce idealmente Monteleone Sabino a Subiaco, Bagnoregio e Farfa, solo per citare alcuni paesi del Lazio, e si spinge fino all’Abruzzo (Carsoli), alle Marche (Fratterosa), al Piemonte e alla Sardegna: è Santa Vittoria, martirizzata il 18 dicembre del 253 nel paese in provincia di Rieti. Nell’antica città sabina di Trebula Mutuesca (l’odierna Monteleone Sabino), è possibile visitare il Santuario di Santa Vittoria, uno splendido edificio di culto in stile romanico che sorge proprio sul luogo del martirio, e che ospita la catacomba e varie reliquie della Santa: secondo la leggenda, Vittoria liberò la città dalla minaccia di un drago facendo convertire tutti i trebulani alla cristianità e fu uccisa per aver rifiutato di adorare la Dea Diana.
Nel Santuario di Monteleone Sabino è possibile toccare dal vivo quanto sia stato forte, nel corso dei secoli, la devozione nei confronti della martire trebulana, anche seguendo la lunga e articolata evoluzione architettonica dell’edificio di culto, i suoi affreschi e le suggestive catacombe. E chi volesse approfondire l’argomento può andare alla scoperta degli altri luoghi sparsi per lo Stivale che celebrano Santa Vittoria. E’ il caso, restando in provincia di Rieti, dell’Abbazia di Farfa (che custodisce la reliquia del braccio andato perso), oppuredell’Abbazia di Subiaco in provincia di Roma (dove è conservato il cranio di Santa Vittoria), di Bagnoregio(Viterbo), dove in una bellissima urna del 1887 è conservata una parte del corpo della Santa. Spostandosi in Abruzzo, è molto suggestivo l’antico quadro di olio ospitato nella chiesa parrocchiale di Santa Vittoria aCarsoli (L’Aquila), così come le reliquie e il simulacro che rappresenta la Santa stesa supina su un lettino di porpora nella chiesa di Guardiabruna (Chieti).