Tra app e tecnologie Zofia si racconta nella tua Torino

Tra app e tecnologie Zofia si racconta nella sua Torino

Simpatia, schiettezza, una proprietà di linguaggio che ci ha affascinato, una carica empatica notevole, lei è Zofia, una chimica con la passione per le tecnologie e per l’Italia. Ha creato, insieme a suo marito Paolo l’azienda Digital Taps. Ne parliamo nella rubrica “Le storie della Terra” perché nella sua storia c’è quella autentica genuinità che ci fa apprezzare il nostro Paese.

Perché hai scelto l’Italia?

Questo può sembrare strano, non sono stata io a scegliere l’Italia ma in un certo senso è l’Italia che ha scelto me. La mia è una semplice storia d’amore. Paolo ed io ci siamo conosciuti su Internet con il comune intento di esercitare un po’ la lingua inglese. Ci siamo scambiati le e-mail per comunicare in quella lingua e così è nata un’amicizia e, con il tempo, qualcosa di più. Visto che era difficile vivere a distanza, abbiamo poi deciso di sposarci: è così che sono finita a Torino, città in cui vivo da 17 anni.

Raccontare l’Italia ai polacchi, raccontaci come si fa…

Prima di venire in Italia non conoscevo l’italiano e conoscevo solo l’inglese. Conoscere la lingua del posto in cui vivo è molto importante per me: ho iniziato quindi ad imparare l’italiano in modo intensivo. Durante questo percorso ho iniziato a leggere libri di autori italiani, a volte romanzi, a volte biografie di famosi personaggi storici ed artisti. Per conoscere il background storico ho iniziato anche a sfogliare libri che parlavano di storia. Torino è una città ricchissima di storia, è anche stata la prima capitale d’Italia: è da qui che è venuto il re d’Italia.
Inoltre ci sono l’arte e l’architettura a portata di mano, pronta per essere esplorate combinando il tutto con la conoscenza ottenuta dai libri: residenze sabaude, borghi, musei, residenze reali, tutto a portata di mano.
Gite turistiche, esplorazioni, ricerca di curiosità, tutto questo è diventato un modo per passare il tempo libero per me e per tutta la famiglia. Nel tempo libero i brevi viaggi fuori città, nelle piccole e intime cittadine piemontesi, sono diventati una spinta per l’approfondimento della conoscenza della storia di questa zona.
Mi sono resa conto che conoscere i luoghi, la loro storia, le persone che hanno vissuto qui è la cosa che ti lega al posto dove vivi. Questo è importante per me, una persona che non è vissuta qui fin dalla nascita. Questo ti fa capire meglio le persone ed il loro comportamento.

Un ulteriore elemento che favorisce i viaggi e le visite turistiche è il fatto che in famiglia ci piace fotografare. I luoghi che visitiamo sembrano fatti apposta per essere fotografati. Paesaggi bellissimi, fiori sui balconi, piazze principali delle città illuminate dal sole sono oggetti ideali da immortalare.

Torino è anche la città dalle mille curiosità, una città misteriosa, una città di grandi santi, un luogo dove si trova la Sindone.

Come si può non essere coinvolti da una tale ricchezza?
Due anni fa è nata l’idea di iniziare a scrivere un blog in polacco per diffondere la conoscenza del Piemonte in particolare e l’Italia in generale tra i polacchi.
Ho chiamato il mio blog Włoski Punkt Widzenia (letteralmente Punto di Vista Italiano) – www.wloskipunkt.pl perché vivendo in Italia ho una prospettiva culturale leggermente diversa sul mondo che mi circonda, è il modo di vedere la realtà italiana con gli occhi di un polacco.

Come sei entrata nel mood italiano?

Naturalmente, senza la conoscenza della lingua, si viene privati della possibilità di comunicare con gli altri. Cultura e tradizioni lontane dalla propria sono cose che non si imparano da un giorno all’altro. I polacchi sono per natura meno espansivi e forse anche più rigidi degli italiani. Un grande aiuto per superare questa barriera è stato dato dalla nascita di mio figlio. Sono stata molto piacevolmente sorpresa dall’atteggiamento delle persone con cui mi capitava di parlare erano molto gentili e sinceri: questo mi ha aiutato ad aprirmi alle persone e a parlare con loro. I polacchi sono più timidi, meno vivaci nel mostrare i loro sentimenti. È stato il periodo della maternità ad avvicinarmi allo “stile italiano” di essere: sono meno timida e contagiata dal tipico ottimismo italiano. Ora posso dire di essere pienamente italianizzata.

La tua storia d’amore… tuo marito… una cucina diversa…

La mia famiglia è un incontro di due culture diverse ma neanche poi così tanto. A casa usiamo due lingue: il polacco e l’italiano. Non ho mai smesso di studiare l’italiano e mio marito il polacco. Lo facciamo per noi stessi, certo, ma anche per nostro figlio, perché pensiamo che la conoscenza delle lingue abbia un grande futuro.
La storia d’amore è intrecciata a quella professionale. Del resto ci siamo conosciuti su internet quando era ancora sconosciuta a molti e molto diversa da quello che è oggi. Il 2007 è stato un anno molto importante per noi: è l’anno di nascita di nostro figlio Gabriele. Per il resto del mondo è solo l’anno in cui è stato presentato il primo iPhone, dispositivo che ha fatto la storia. Da buoni appassionati di tecnologia, tra un pannolino e un omogeneizzato, siamo riusciti anche a seguire le novità che hanno inciso sulla nostra vita professionale.
Da allora abbiamo iniziato a utilizzare i nuovi dispositivi che via via si sono affacciati sul mercato e, anche grazie a Gabriele, le idee per la creazione di nuove applicazioni hanno cominciato a concretizzarsi. Abbiamo così iniziato a pensare alle app per bambini perché da genitori sentivamo il doppio impulso nel non demonizzare queste tecnologie ma anche di avere app adatte all’età del bambino. Oltre a questo ci sono i nostri interessi che hanno dato vita ad app di enigmistica e per i trasporti pubblici.

Per quel che riguarda la cucina, devo dire che questo argomento non mi ha mai particolarmente affascinato. A volte cucinava mio marito, a volte si preparava la pasta con il sugo pronto, mangiavamo spesso fuori con gli amici.
Dopo la nascita di Gabriele la situazione è cambiata: è risaputo che un bambino ha bisogno di una alimentazione sana e della cucina casalinga. Questa è stata una vera svolta nella mia vita: in breve tempo ho dovuto prendere confidenza con padelle e tegami.
Certo, in Italia non è difficile, perché non conosco nessun italiano a cui non interessi la cucina: non è infrequente ascoltare uomini in pausa durante il lavoro parlare di ricette, cosa quasi impossibile in Polonia. Così ho iniziato a chiedere ricette e consigli a mamme e nonne degli amichetti di Gabriele. Ho trovato anche un grande sostegno da parte delle persone dei piccoli negozi di zona, dal macellaio sempre prodigo di consigli ed indicazioni utili al negozietto di alimentari. Tutti sono sempre disponibili a dare consigli su come cucinare quello che compro. Questo è stato di grande aiuto per me, anche se adesso so cucinare meglio sono sempre in cerca di consigli e suggerimenti.

Anche diversi canali culinari su YouTube sono di grande aiuto. Anche in questo caso lo spunto è arrivato dalle attività professionali: sviluppiamo anche skill per Alexa e non può mancare un Echo Show in cucina. In questo molto è molto comodo l’accesso a YouTube e a skill di ricette: così ho imparato a cucinare molte cose, a partire dal più semplice ragù, polpette, torte salate fino a pesce e arrosti… la lista è già piuttosto lunga.

Nell’ambito dei nostri viaggi cerchiamo spesso anche di partecipare a sagre organizzate da piccoli centri dove si possono gustare molte squisitezze preparate in modo tradizionale. Durante una di queste gite ho potuto osservare la preparazione di una prelibatezza piemontese che non avevo mai provato ma di cui conoscevo solo il nome: lo zabaione. Un altro modo per avvicinarmi alla cucina tradizionale italiana.

Dopo essermi aperta alla cucina e dopo aver imparato a preparare quasi esclusivamente piatti italiani, a volte ho anche nostalgia della cucina polacca. Per questo motivo preparo anche piatti della cucina polacca per ricordare altri gusti e introdurre nuove varietà. Spesso facciamo naleśniki – una sorta di crepes dolci o salate, i pierogi – che assomigliano agli agnolotti pasta ripiena fatta a mano, szarlotka – una torta di mele, sernik – una torta preparata con un formaggio simile alla ricotta.

Quale il piatto che ti piace di più?

Da quando vivo in Italia, ho compreso l’importanza della cultura del cibo. Non si tratta solo di mettere un boccone gustoso in bocca. È un’intera filosofia che parte dalla coltivazione, della cura, della produzione e delle selezione dei prodotti, siano essi vino, olio o formaggio. Per me questo è il modo per gli italiani di esprimere il loro amore per il proprio paese, per la propria regione e per la propria città. In Polonia si dice che la cucina italiana sia una delle migliori al mondo e per molti è la migliore. Spesso mi chiedono il motivo di questa nomea. Questo è il risultato della cura di tutta la filiera: dalla coltivazione della terra fino alla presentazione sul piatto. Tutto è importante per il risultato finale.

Il tuo e vostro lavoro, le tue app… raccontaci

Lavorare insieme è stata la naturale evoluzione delle nostre passioni e dei lunghi momenti passati a discutere di idee e possibilità: questo ci ha convinto del fatto che possiamo lavorare insieme. Cosa non ovvia e scontata. Paolo è un vulcano di idee e mi ha contagiato con la sua passione per le nuove tecnologie. Lui è un ingegnere informatico, quindi era ovvio quali sarebbero state le sue responsabilità. Io ho la visione analitica della realtà ottenuta attraverso la mia laurea in chimica ed un master in marketing. Questa preparazione mi ha aiutato ad entrare nel mondo delle applicazioni: ho iniziato così a produrre i contenuti richieste dalle nostre app.
Dopo le app, che comunque continuiamo a produrre, abbiamo seguito l’evoluzione tecnologica che ha portato all’arrivo sul mercato degli assistenti vocali. Si tratta di dispositivi molto affascinanti che ci interessano e stanno comparendo via via nelle case e sono sempre più diffusi. In Italia in particolare i dispositivi Amazon con l’assistente vocale Alexa hanno avuto un grandissimo successo. Spesso parlo con Alexa in cucina, le chiedo di presentare ricette, di leggere un libro della mia collezione di ebook o semplicemente di spiegarmi il significato di una parola che non conoscevo.

La nostra azienda si chiama Digital Taps (www.digitaltaps.it) e la nostra offerta comprende applicazioni per bambini come le fiabe classiche rese però interattive, app per colorare, app per studiare le tabelline. Inoltre c’è la nostra produzione storica di app per il trasporto pubblico, prima fra tutte Bus Torino (è stata l’app da cui è partito tutto circa 10 anni fa) e le app di Enigmistica per cui produco personalmente i contenuti.

Come vivete questo periodo di pandemia?

Come sempre, lavorando. Siamo fortunati perché lavoriamo a casa: a noi bastano un computer, una buona connessione a internet e una testa piena di idee. Anche se dobbiamo ammettere che l’attuale situazione ha influenzato il nostro umore ed il nostro equilibrio. Un elemento a cui ci siamo dovuti adattare è la chiusura delle scuole e la necessità di sostenere Gabriele nello studio vista la novità della scuola a distanza. A 13 anni non si ha la disciplina e l’abitudine all’organizzazione richieste dall’istruzione a distanza. Tuttavia con il tempo e dopo molti tentativi, abbiamo trovato un nuovo equilibrio: tutto grazie alle vecchie abitudini e alla forza che da sempre caratterizza la nostra famiglia. Abbiamo tirato fuori i Lego dall’armadio e abbiamo iniziato a costruire insieme, come ai vecchi tempi.