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Lorenzo Scarpone “un cervello in fuga” d’altri tempi

Lorenzo Scarpone nato in Abruzzo nel piccolo paese di Guardia Vomano, nella provincia di Teramo, ha trascorso molti anni in giro per il mondo arrivando infine a San Francisco dove oggi vive da oltre vent’anni con sua moglie Susy e i loro tre figli. E’ stato grazie a Lorenzo, alla sua capacità e alla sua storia se oggi i vini italiani in America sono considerati un‘eccellenza.

Lorenzo è stato premiato entrando nella Wines of Italy Hall of Fame. Un premio che ha rinosciuto il suo impegno per promuovere i vini italiani negli Stati Uniti. Wines of Italy Hall of Fame riconosce Lorenzo quale ambasciatore per i vini italiani e riconosce la sua dedizione all’Italia e al vivere italiano!

Il 4 febbraio  il suo lavoro è stato premiato al Waldorf Astoria Hotel di New York, durante la convention d Vino 2015 – giunta alla sua quarta edizione.

Un “cervello in fuga” d’altri tempi è quello di Lorenzo Scarpone che nonostante in America abbia fatto la sua fortuna l’Abruzzo non lo ha mai dimenticato ed è sulla sua terra natale che oggi ha realizzato un Agritursismo e una cantina di successo.

Nel 2000 acquistò sei ettari di terreno e un uliveto sulla collina di fronte al fiume Guardia Vomano. Ha creato un vigneto di alta densità per produrre vino di alta qualità che e’ situato nel centro della zona di colline Teramane. Ha ristrutturato la casa colonica in un confortevole agriturismo di 4 camere, con una vista spettacolare rivolta sia verso le montagne innevate del Gran Sasso e che verso le acque azzurre dell’Adriatico.

Chi è Lorenzo Scarpone?

Sono nato e cresciuto in Abruzzo , dove l’attività di famiglia è da sempre stata l’agricoltura. Quando eravamo piccoli, io e i miei fratelli aiutavamo papà nei campi a raccogliere l’uva e quanto ancora la terra ci dava per sopravvivere.  È proprio grazie a questo che fin da piccolo ho capito quanto fosse importante la terra.  Alla morte dei miei genitori mi sono occupato dell’eredità di famiglia ovvero portare avanti la tradizione enologica. Papà mi ha insegnato tutto, a coltivare le viti e raccoglierle, ma soprattutto ad amarle. Con il tempo e un po’ di studio ho compreso poi che “il vecchio” deve essere unito “al nuovo” e ho deciso quindi di seguire il mio istinto per la coltivazione delle mie viti. Coltura che quest’anno ha prodotto la migliore annata che la mia famiglia avesse mai avuto.

Quando sei arrivato a San Francisco?

Era il 1987. Dopo aver fatto il sommelier per Sea Goddess Cruises e poi al San Francisco Donatello Hotel ho capito che questo era il luogo ideale per mettere in pratica le mie idee. Qui l’unico vino italiano conosciuto era il Lambrusco, il Pinot Grigio, il Chianti ma oltre a questi vitigni il vino italiano era sconosciuto.

Così insieme ad alcuni cari amici ho realizzato Villa Italia nel 1989. Abbiamo iniziato importando vini artigianali della mia regione: Montepulciano d’Abruzzo e Trebbiano d ‘ Abruzzo , e lentamente ho creato una gamma di vini identificati da un ottimo rapporto qualità-prezzo. Oggi l’azienda è composta da 12 membri del personale, il nostro portafoglio clienti comprende più di 150 vini italiani e ha ricevuto recensioni eccezionali da Wine Spectator, Robert Parker, Stephen Tanzer, e il Gambero Rosso italiano.

Tu sei il fondatore di Slow Food San Francisco . come è cominciata questa avventura?

Nel 1989 , poco prima della creazione di Villa Italia, ho conosciuto Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, un movimento internazionale promosso come alternativa al fast food . L’obiettivo della missione è quello di preservare la cucina tradizionale e regionale, per proteggere la biodiversità alimentare, e per costruire legami tra produttori e consumatori. Attraverso una serie di iniziative, promuove anche la cultura gastronomica, approva educazione alimentare, e protegge i cibi locali e tradizionali dall’estinzione. Sotto la sua guida, ho dato vita allo Slow Food San Francisco. Questa esperienza mi ha dato l’opportunità di mostrare i prodotti della tradizione italiana al pubblico americano. Io ancora ricordo con affetto quando, per l’organizzazione di alcuni Slow Food, ho usato i formaggi Abruzzesi che mi aveva fornito mia mamma! Quando ho avviato a San Francisco lo Slow Food, questo era stato ai tempi un nuovo, inesplorato, concetto quasi esotico. Oggi rappresenta un concetto molto trendy. Riflettendo su di esso ora, però , ai miei tempi , Slow Food è stato il nostro modo di vivere .

Quanto ha influenzato la tua attività essere un abruzzese?

Mi influenza ogni giorno. L’essere abruzzese prima e italiano poi influenza ogni attività della mia giornata. Il mio obiettivo è offrire agli americani le eccellenze italiane. Mi considero un ambasciatore dei nostri prodotti italiani.

Perché hai scelto il nome di Villa Italia per la tua azienda ?

Villa Italia è un luogo immaginario. Non esiste nella realtà. Si tratta di un luogo astratto e ideale che vive nella mia mente, e che riassume ciò che io considero di grande significato e valore nella mia vita e il percorso professionale: cucina regionale e tradizionale, artigiana

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to italiano e la loro storia, i vini e l’agricoltura.