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Gessica e l’ape Righetta: essere apicoltrice con amore

Abbiamo incontrato Gessica a Serra de Conti nel corso della Festa della Cicerchia, esponeva dei bei barattoli di miele su di un banco insieme a dei libri che raccontavano la storia dell’Ape Righetta e ci ha colpito molto, ma soprattutto ci ha emozionato.

Ecco a voi Gessica, le sue api e la sua storia.

Quanti anni hai e quale è il tuo percorso umano e professionale?

Ho 36 anni, e per prima cosa mi piace dirti che sono una persona di campagna. Ho sempre vissuto e vivo tra le colline dell’entroterra marchigiano, tra San Marcello e Jesi e questo mi rende fiera e fortunata. In campagna tutto è possibile e se ci si mette in ascolto e osservazione della natura tanti pensieri possono diventare progetti e speranze per il futuro. La mia prima professione è il grafico pubblicitario da circa 16 anni. Anni che sono stati segnati da tanti eventi, crescite, piccole rivoluzioni ed evoluzioni. Sono mamma di una bimba e un bimbo, moglie, dipendente professionale e libero professionista. Insomma, tante cose e situazioni che mi hanno portato ad oggi ad essere per passione e necessità anche qualcosa di nuovo e (a dirla tutta) inaspettato. Oggi sono anche apicoltore, direi un apicoltore piccolo, curioso, innamorato delle api e fiducioso nel futuro.
Perché hai scelto le api come “compagne” di lavoro?

Per me le api prima di essere un lavoro sono un’emozione, un odore straordinario (che non riesco a paragonare), sono un esempio di vita rispettosa, geniale, perfetta. Le ho conosciute di riflesso da una passione-curiosità nata da mio marito Daniele. Ha frequentato il Corso di Apicoltura di primo livello presso la Cooperativa Apicoltori Montani di Matelica e a fine corso è tornato a casa con due alveari. Non è facile condividere una grande passione se è solo a senso unico. Mio marito mi parlava delle api, della loro vita ed io non le capivo, ciò mi dava un fastidio non indifferente. Non ho mai amato ascoltare qualcosa e non capirla affatto, figurati se ciò avviene nel proprio ambiente domestico, così ho preso coraggio e dopo la mia seconda gravidanza ho frequentato anche io il corso. La prima volta che sono andata dalle api avevo il cuore in gola, una paura che non so descrivere, certa che sarebbe stato semplicemente o odio o amore, niente via di mezzo e sfumature. Quando ho sollevato da sola il copri favo mi sono bloccata. Un odore e un “brusio” affascinante che mi ha colpito, incantato, catturato.

Le api mi incantano, e forse sono proprio loro che mi hanno scelta come compagna di lavoro, non io, anche perché le prime lavoratrici instancabili sono loro, io con gli occhi di apicoltore posso solo ammirarle e far si che stiano bene.

Ho cercato di osservarle anche con occhi diversi e mi sono soffermata a lungo per capire cosa potessi inventare affinché non fossero solo “un ape” agli occhi delle persone e soprattutto dei bambini. E pensando ai bambini mi sono illuminata e sono andata anche un po’ in crisi. I bambini e le api insieme mi hanno messo un gran problema in testa. Pensavo ai miei bambini e alle “scenette drammatiche e anche un po’ teatrali” che ho vissuto osservando bambini e genitori terrorizzati alla vista di un’ape. E per un periodo su questa cosa non c’ho dormito proprio. Cosa potevo fare io? Apicoltore giovane, con tutto da imparare, cosa potevo io inventare per cambiare qualcosa nell’idea di questa ape che troppo spesso appare nemica invece che amica della natura e dell’uomo.

Un progetto didattico per i bambini, questo era il mio sogno.

Ho frequentato un corso per Operatore fattorie didattiche realizzato dall’Assam, e poi ho iniziato a lavorare, tanto, tantissimo, ho creato il progetto didattico “Cera una volta” e con lui il libro “Cera una volta Righetta”. Il libro utilizzato per il progetto, ed il primo stampato, è uno degli strumenti didattici che utilizzo con i bambini. Parla di Righetta, un’ape coraggiosa, curiosa, generosa che ha tanto da insegnare ai bambini.
Raccontaci del progetto del tuo libro e delle scuole. raccontaci qualche aneddoto.

Il progetto è studiato affinché i bambini conoscendo Righetta capiscano per prima cosa come è fatta un ape, il suo ruolo fondamentale nella vita dell’alveare, le varie funzioni e l’importanza che ha per la natura, per la biodiversità, per l’alimentazione. La storia è interrotta da piccole attività che avvicinano i bambini a momenti di gioco e divertimento. L’incontro con l’amico “Fagiolo”, il “tuffo nel fiore”, la trasformazione in “Apicoltore Bambino”. E’ un progetto importante, che mi ha dato tanta emozione. I bimbi sono curiosi, entusiasti e meravigliati; il primo ricordo felice che mi porto dentro è di essere stata chiamata da una bambina “Signora delle Api”. E questo davvero mi fa sorridere il cuore di gioia e dolcezza.

Il progetto nello scorso anno scolastico è stato accolto da alcune scuole dell’infanzia ed anche per la prossima primavera 2016 hanno aderito diverse scuole.

Circa tre mesi fa ho preso la decisione di stampare autonomamente il libro “Cera una volta Righetta” affinché non rimanesse solo uno strumento didattico esclusivo per le scuole, ma diventasse un libro per bambini da leggere e sfogliare in famiglia.
Raccontaci delle tue api, di come vivono, di dove si trovano, di come lavori con loro?
Ad oggi l’apiario che gestisco è formato da venti alveari, è situato a circa 200 m dalla casa in cui vivo, nelle campagne che fanno parte del comune di San Marcello.

Principalmente vado dalle api il fine settimana, non è sempre semplice conciliare tutto, a volte è un sacrificio, ma un sacrificio che non pesa poiché ciò che poi loro mi trasmettono in pace e tranquillità è inestimabile.

Non è momento facile per la vita delle api. Le patologie apistiche sono in aumento, varroa e da poco la scoperta di Aethina Tumida, mettono in serio pericolo il benessere dell’alveare. Per non parlare dei trattamenti chimici utilizzati in agricoltura, questi mettono continuamente a rischio la sopravvivenza del nostro caro insetto domestico.


Le api e la tua famiglia, che rapporto c’è?

Sapendo che la passione nasce da mio marito, puoi capire che ruolo hanno le api nella nostra famiglia. Loro fanno parte di noi e della nostra quotidianità, e cerchiamo di renderle amiche agli occhi dei nostri bambini quando le incontrano tra le fioriture del nostro giardino.
Tu sei di San Marcello è lì che hai le tue api? Ci racconti qualche cosa del tuo paese che possa essere di interesse turistico?
A San Marcello è presente il Teatro Comunale Ferrari, il museo dell’Olio, e il Museo del Telefono.