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Poncino livornese: tra storia e tradizione

Abbiamo incontrato Simona nel nostro girovagare alla ricerca di prodotti particolari che raccontino la storia del luogo in cui vengono realizzati. Simona fa il “poncino” utilizzato per fare il Ponce Livornese sicuramente un’eccellenza italiana realizzata e riscoperta da una donna che con dedizione ed entusiasmo si è rimboccata le maniche. Che cos’è il Poncino? Caratteristica fondamentale del Poncino è l’utilizzo di alcol etilico di origine agricola che, a differenza dell’alcol “buongusto” comunemente usato, non presenta le impurità che ne alterano in maniera importante l’aroma, provocando una sensazione sgradevole al gusto. Ma l’aspetto da tenere sempre presente è che tutte queste impurità vengono ingerite nel nostro organismo. Come si fa il Ponce? Si ottiene versando nel gottino (il bicchierino tozzo dal vetro spesso) un cucchiaino raso di zucchero e del Poncino fino all’altezza dei semicerchi. Poi si aggiunge una scorza di limone e dopo aver scaldato il tutto, si riempie fino al bordo con caffè espresso. Ma la novità è che può essere bevuto anche freddo! Quale è la storia del Ponce alla Livornese? Il Ponce nasce a Livorno intorno alla seconda metà del XVII secolo grazie ai marinai della Marina Reale Britannica che introdussero il Punch (bevanda originaria delle Indie Orientali, nel porto di Livorno.

Ma il rum con cui i marinai inglesi facevano il punch insieme al tè, zucchero e limone, era allora un bene di lusso, in quanto da poco importato dalle Indie Occidentali (Caraibi).

Così, i livornesi sostituirono il rum con una miscela di alcol e caramello che chiamarono rum fantasia. Grazie alle leggi Livornine emanate nel 1593 da Ferdinando I De’ Medici con le quali si concedevano ampie garanzie politiche e esenzioni fiscali a chiunque volesse stabilirsi in città, gli Ebrei Sefarditi, in fuga a seguito dell’espulsione dalla Spagna, qui si rifugiarono. Liberi di esercitare le loro attività commerciali con l’Estremo Oriente gli ebrei furono i primi ad importare il caffè in Europa proprio attraverso il porto di Livorno.

Conosciuta questa bevanda dall’aroma inconfondibile non fu difficile per i livornesi sostituirla al tè poco gustoso per un palato mediterraneo. In seguito aggiunsero, di nascosto perchè rigorosamente proibito dalla legge, la “mastice” un liquore ottenuto macerando nell’alcol i semi di anice verdi. Il Ponce non è altro che il frutto della fantasia tipicamente italiana nell’arte di arrangiarsi. Per quanto riguarda l’origine della parola è da addebitare alla caratteristica tipica del sistema linguistico delle Toscana dove è presente il vocalismo a fine parola di “E” e di “O” di parole che finiscono per consonante, talvolta raddoppiando la consonante stessa.

 Abbiamo fatto qualche domanda a Simona

Da cosa nasce l’idea?

L’idea nasce dalla “disperazione” dopo aver perso il lavoro nel 2010, ma anche dalla voglia di riportare una bevanda tipica di Livorno, nella sua città d’origine. Questo perché, oggi, tutti i liquori utilizzati per fare il Ponce Livornese che troviamo in commercio, sono prodotti nella provincia pisana. Inoltre il mio liquore ha la particolarità di poter essere servito anche liscio, con ghiaccio, versato sul gelato e quindi non solo caldo con aggiunta di caffè per fare il classico Ponce.

Da quanto lo fai?

Dal 2012

Lo vendi di più in Italia o all’estero?

Al momento solo a Livorno, anche se ho avuto richieste dal nord Italia, dall’Australia e dall’Inghilterra di persone che lo hanno assaggiato qui e che vorrebbero acquistarlo di nuovo. Ma i costi di spedizione, visto l’esiguo numero delle bottiglie, è eccessivo.

come viene prodotto?

Semi artigianalmente, nel senso che ho un piccolo laboratorio dove ho due cisterne, un’etichettatrice, un’ imbottigliatrice e i miei alambicchi.

Cosa facevi prima?

Ho lavorato per dieci anni in una produzione di liquori (ero segretaria tuttofare) che dopo essere stata acquistata, parte nel 2002 e interamente nel 2010, da una multinazionale americana, è stata chiusa e la produzione trasferita negli Stati Uniti, dove si trova ancora oggi. Nel corso degli anni, essendo stata scelta per sostituire il chimico in laboratorio (quando questo era assente) ho imparato a fare analisi sul prodotto prima di confezionarlo e immetterlo sul mercato americano, inglese e australiano (nonostante abbia fatto studi umanistici!) Questo mi ha permesso di acquisire familiarità con il mondo dei liquori.

Presto troveremo il modo di farvelo assaggiare. Seguiteci