Villaggi rupestri, connutti, arte e bellezza a Vignanello

Villaggi rupestri, connutti, arte e bellezza a Vignanello

Immersa nella Tuscia, eccola lì, che svetta nel verde, tra le scenografiche forre che caratterizzano la zona, è Vignanello. Meta viterbese già molto nota, infatti non ti parleremo delle sue bellezze più blasonate, ma vogliamo raccontarti di quei luoghi, più piccini, che a noi piacciono tanto…

Ascolta “Villaggi rupestri, connutti, arte e bellezza a Vignanello” su Spreaker.

Accompagnaci. Entriamo nel villaggio rupestre di San Lorenzo. Non sarà facile da trovare. Munisciti di mappe e navigatore! Qui ci sono le grotte che prendono il nome del santo, non sono tra le più conosciute, ma belle anche per questo. Qui c’era un insediamento monastico organizzato sul lavoro agricolo, una realtà autosufficiente, con disponibilità di acqua, prossima alle vie di comunicazione e tuttavia mimetizzata sulla parete di una valletta. Un nucleo abitato che comprende la necropoli, i depositi di derrate, gli ambienti residenziali domestici, la cappella, le stalle e aree rustiche per il lavoro dei prodotti dei campi. Se aggiungi la presenza di affreschi, troverai più di un motivo per organizzare un’interessante passeggiata dedicata all’archeologia medievale.
Sbalordito, vero?
Ma proseguiamo…

Dal Molesino, alla Valle della Cupa, di Cenciano e di San Rocco, tutte aree archeologiche di inestimabile valore, se ne possono visitare delle parti, grazie all’Associazione ‘I Connutti’ fatta di volontari vignanellesi, che hanno reso parzialmente percorribili una serie di cunicoli di epoca falisco-etrusca, chiamati non appunto i Connutti, che attraversano il sottosuolo del paese, congiungendo il Castello Ruspoli alla Chiesa Collegiata e diramandosi poi per qualche chilometro verso le campagne e il paese confinante. Che fascino!

Certo, a Vignanello si deve venire con scarpe comode e con il mood di Indiana Jones!

Se ami invece l’architettura religiosa, qui c’è la chiesa di San Sebastiano, datata 1625, che custodisce una Vergine Maria con San Sebastiano e San Francesco attribuita al Pomarancio. Ma non è certo di quale, dei tre artisti toscani noti con questo soprannome, si tratti. Sbricia!
Di scuola bolognese, c’è invece la Vergine nella chiesa di San Giovanni Decollato.

La terra falisca dove svetta Vignanello è immersa in un’atmosfera fiabesca tra vicoli e cantine scavate nel tufo e il castello Ruspoli con il suo suggestivo giardino all’Italiana.
Tra le tradizioni che caratterizzano questo delizioso spicchio di Tuscia, c’è il vino.
Risale almeno al secolo IV a.C., come suggerisce il ritrovamento nella necropoli del Molesino di uno stamnos falisco a figure rosse, in cui Dioniso rivela a suo figlio Oinopion il segreto per la produzione del vino. Lo stamnos è esposto nel Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, a Roma. Ci andrai dopo la vostra visita a Vignanello!
Il commercio di vino più consistente è da sempre stato diretto verso la Capitale e il Greco di Julianellum, antico nome di Vignanello, appare sulle mense dell’aristocrazia ecclesiastica ad opera di Ortensia Farnese che governò il paese nel XVI secolo.

Cin Cin!
Termina il tuo giro vignenellese nel centro storico. Da Piazza della Repubblica, proprio di fronte ad una delle chiese più graziose del paese, la Collegiata di Santa Maria delle Presentazione fino ad arrivare alla Chiesa di San Sebastiano, esempio di creatività barocca. I vicoli. Le botteghe. Comignoli fumanti. Non vedrai l’ora di tornare, non appena sarai risalito in macchina.
Per prenotare tutte le visite che vorrai, nella bella Vignanello, chiama il numero della Biblioteca Comunale 0761 75 43 39

Scopri gli itinerari su www.fuoriporta.org

Collegati e seguici sui nostri social:
www.facebook.com/fuoriportaweb
www.instagram.com/fuoriportafortravel