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In tour fra i prelibati formaggi della Barbagia

Insieme al pane e alla carne, il formaggio è probabilmente l’alimento più consumato e prelibato della Barbagia, la zona più “vera” e selvaggia della Sardegna. Quella che gli Antichi Romani definivano “la terra dei barbari”, era un’unica, misteriosa landa, fatta di montagne, grotte nascoste, selve impenetrabili e gole profonde; la morfologia di queste terre è caratterizzata dai massicci più imponenti della Sardegna: il Gennargentu la cui vetta, chiamata punta La Marmora, raggiunge i 1834 metri, e il Supramonte, che con monte Corrasi si attesta a 1463 metri. E così un viaggio alla scoperta della Barbagia non può prescindere dalla conoscenza dei suoi formaggi, prodotti da tempo immemorabile ed esportato da diversi consorzi in tutto il mondo. Quello più conosciuto è sicuramente il pecorino sardo, un formaggio semicotto di consistenza morbida ma compatta; esistono anche pecorini stagionati, dai quali si ricava spesso l’illegale formaggio con i vermi. Tra i formaggi vaccini è obbligatorio assaggiare la taedda, una sorta di provola che arrostita risulta essere una vera leccornia. Tra i cagli, sa frùe viene solitamente servita con pomodori, e allo stesso modo si usa la Merca, un salatissimo formaggio fresco. Il formaggio trova svariati utilizzi in cucina, sia come condimento per la pasta, sia come piatto unico da assaporare durante il pasto, come la ricotta servita su una foglia di lattuga e cosparsa di miele, sia nella preparazione di dolci. La casadina invece è un tortino con formaggio pecorino, mentre la famosissima seada una specie d’enorme raviolo ripieno di formaggio che, dopo essere stato fritto, viene servito con il miele o con lo zucchero.