Soverato, anche la Calabria ha la sua Pietà

Pochi lo sanno, ma anche la Calabria custodisce una statua della Pietà di grandissimo fascino. L’opera risale al 1521 e fu commissionata da Giovanni Martino d’Aquino e dal beato Francesco da Zumpano ad Antonello Gagini, artista palermitano che a quel tempo era all’apice della sua fortunata carriera. Si tratta, senza dubbio, della più bel lavoro del maestro siciliano, mirabile esempio di arte rinascimentale: la scultura – in marmo bianco carrarese –  raffigura la Vergine Maria che porta in grembo Cristo deposto dalla croce. Molto forte è l’influenza michelangiolesca sull’opera: il Gagini, pochi anni prima, aveva conosciuto il Buonarroti durante un suo soggiorno a Roma; eppure questa statua porta nel volto della Madonna i segni di un profondo, umanissimo dolore, assai lontano dal più famoso modello fiorentino.

Narra la leggenda che, per ottenere la statua, Francesco da Zumpano abbia fatto riemergere dallo Stretto di Messina un blocco di marmo che vi era affondato in un nubifragio, convertendo in questo modo il padrone della nave. Di certo l’opera proviene dal Convento di Santa Maria della Pietà, che subì ingenti danni a causa del terremoto del 1783. Il complesso fu abbandonato e gli arredi sacri vennero divisi tra Soverato e Petrizzi; ma la “deposizione” fu causa di una serie di liti fra contendenti, quindi si decise di porre la statua su un carro di buoi senza conducente, affidando la scelta alla volontà di Dio: i buoi presero la via di Soverato. E così la cittadina jonica, famosa in tutta Italia per le sue spiagge, custodisce nella chiesa di Maria Santissima Addolorata a Soverato Superiore una delle sculture più interessanti (e meno note) di tutto il Sud.

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