San Casciano dei Bagni FT IG freyasflorence

San Casciano dei Bagni, la nuova Riace

C’è sempre una buona ragione per raggiungere San Casciano nel Fuoriporta.

Oltre 20 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, ex voto e altri oggetti, ma anche cinquemila monete in oro, argento e bronzo, sono state ritrovate.

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Il passato riemerge dalle nostre terre, nei modi più fabuleschi.
I bronzi di San Casciano raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro, assieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso le acque termali. Dal fango caldo sono riemerse effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore. Si tratta di ben 24 statue di bronzo: divinità, matrone, fanciulli e imperatori. Un tesoro inestimabile adagiato dolcemente sul fondo della grande vasca romana. Lì il giovane efebo ha “dormito” placidamente per 2300 anni protetto dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre. Un deposito votivo incredibile, con statue in bronzo di raffinatissima fattura, cinque delle quali alte quasi un metro, tutte integre e in perfetto stato di conservazione.

San Casciano dei Bagni è da sempre una meta tra le più predilette della Toscana. Oggi ti offre la possibilità di vedere con i tuoi occhi un pezzo di storia di ineguagliabile valore.

Un ritrovamento che batte di gran lunga Riace, i reperti sono venuti alla luce grazie alla campagna di scavo al santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande.

A San Casciano nasceranno dunque un nuovo museo, che ospiterà le eccezionali statue, e un parco archeologico. Due nuovi luoghi che saranno per il territorio un vero e proprio motore di sviluppo che andrà ad aggiungersi alla già entusiasmante presenza dei giovani archeologi provenienti da tutto il mondo che, grazie a questo scavo, stanno ripopolando il paese ormai per molti mesi all’anno.

Secondo gli esperti le 24 statue appena ritrovate si possono datare tra il II secolo avanti Cristo e il I dopo. Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C., racconta, quando in epoca cristiana venne chiuso ma non distrutto, le vasche sigillate con pesanti colonne di pietra, le divinità affidate con rispetto all’acqua. È anche per questo che, rimossa quella copertura, gli archeologi si sono trovati davanti un tesoro ancora intatto. Probabilmente il più grande deposito di statue dell’Italia antica.

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