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Saline trapanesi in mostra al museo di Paceco

“Il sale tra passato e presente”: non poteva esserci slogan migliore per descrivere il viaggio a ritroso nel tempo, ma con un occhio sempre attento alla contemporaneità, che il visitatore intraprende varcando la soglia del Museo del Sale, perla del comune di Paceco in provincia di Trapani. Grazie ad un percorso guidato, è infatti possibile ripercorrere le tappe e le vicende di una tradizione lunga secoli e secoli: basti pensare che la storia delle saline trapanesi si fa risalire addirittura al popolo dei Fenici, che circa tremila anni fa deteneva il monopolio dell’oro bianco, indispensabile sia come integratore alimentare sia nei processi di conservazione del pescato, delle carni e della concia delle pelli. Certo è che, almeno a partire dall’anno mille, le saline diventarono il biglietto da visita che consentì a Trapani di farsi conoscere in tutta Europa, orgoglio di un territorio particolarmente idoneo alla coltura del sale grazie a un clima favorevole caratterizzato da una forte irradiazione solare e frequente ventilazione, da scarse piogge e da un mare, il Mediterraneo, ad alto grado di salinità.
Nato all’interno di un baglio, un’antica fattoria-fortezza del Seicento adibita alla molitura del sale, con il grande mulino a vento annesso, il museo conserva gli antichi strumenti di lavoro dei salinari e tante vecchie foto in bianco e nero. Al suo interno è possibile ammirare in esposizione reperti originali accompagnati da numerose schede ricche di informazioni e pannelli di ricostruzione per fasi del ciclo lavorativo: i vecchi ruzzoli per compattare il fondo delle saline, i cattedri (ovvero le ceste per trasportare il sale), le pale di legno dei mulini, la spira o vite d’Archimede per aspirare l’acqua della vasca, i listelli di legno per misurare il sale, i sacchi di iuta, il carro-botte che attaccato al mulo faceva la spola tra una vasca e l’altra per dissetare i salinari e tanti altri strumenti di lavoro, oggi in disuso, che si sono trasformati in interessanti reperti di archeologia industriale.
Visitare questi luoghi permette quindi di scoprire le armonie di un territorio che unisce mare e terra, e al contempo di conoscere da vicino il valore culturale di un’antica operosità, ancora estremamente attuale, come quella della salicoltura. Dopo la visita al museo, infatti, è d’obbligo una passeggiata nelle saline circostanti: qui, tra i canali che dividono le varie vasche, è possibile immergersi in un’atmosfera dai colori e dai profumi unici.