Il centro storico di Arcevia, piccolo gioiello in provincia di Ancona

La visita di Arcevia può iniziare dalla poderosa cinta muraria (Sec. XIII-XVI), percorribile in più punti, di cui rimangono alcuni torrioni circolari, due torrioni poligonali, e quattro delle cinque porte originarie. Nei pressi della Porta del Sasso si trova la chiesa di S. Francesco di Paola (1728-’30), capolavoro barocco dell’architetto locale Arcangelo Vici; risalendo si raggiunge la più importante via cittadina, Corso Mazzini, denominato nel ‘500 “strada principale”, dove si affacciano gli edifici più importanti della città. All’inizio, muovendosi da est verso ovest, si incontra sulla destra il Palazzo della Duchessa (della prima metà Sec. XVII), così detto perché fu residenza estiva di Livia della Rovere; di fronte si affaccia l’abside e il fianco del monumento religioso più importante della città: la Collegiata di San Medardo. Usciti dalla chiesa si raggiunge a destra via Ramazzani fino a incontrare vicolo Fiorenzuola; da qui si scende sino a via Angelo Rocca, dove si erge la chiesa di S. Maria del Soccorso, costruita nel secolo XVI dai Padri Agostiniani, dove sono conservate diverse opere di elevato valore artistico. Ritornando indietro in Corso Mazzini, e proseguendo in direzione della piazza centrale, si scorgono sulla sinistra la splendida facciata in cotto del Palazzo Anselmi (Sec. XV-XIX) e subito dopo il Complesso di S. Francesco, attestato dalla fine del XIII secolo, quando i francescani decisero di edificare un loro convento all’interno del centro storico. Continuando si giunge alla Piazza Garibaldi, cuore del centro storico, dove prospetta il Palazzo Comunale, tra i più antichi della regione (attestato dal 1259); proseguendo, sulla destra, ecco Palazzo Mannelli poi Pianetti, splendida costruzione tardo rinascimentale, tra le più belle della provincia. Pochi metri più in là, dall’altra parte della strada, sorge il Palazzo dei Priori (Sec. XIV), con all’interno una sala voltata dell’epoca e, annesso, il Teatro comunale Misa (sec XVII; rifatto tra il 1840 e il 1845); sullo stesso lato del corso si trovano infine la chiesa di S. Agata e la chiesa di S. Giovanni Battista.