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Assisi “oltre” San Francesco: Età Imperiale, Rinascimento e Barocco

San Francesco, ma non solo: nota in tutto il mondo per la Basilica, il Sacro Convento e tutte le tracce indelebili lasciate dal famoso Frate, Assisi conserva tanti altri gioielli che vale la pena visitare. Testimonianze di un passato antico – come il Foro Romano – e dell’importante ruolo ricoperto dalla città nel Medioevo, nel Rinascimento e nell’età barocca. E così una visita di uno dei luoghi più noti della provincia di Perugia non può che partire dall’antica piazza romana di età imperiale: tanti secoli fa il Foro Romano era il fulcro di ogni attività economica, politica e religiosa del municipio; quello che oggi appare ai visitatori come una sorta di sotterraneo della piazza medievale di Assisi – dominata dal Tempio di Minerva – era ovviamente a cielo aperto, ricca di costruzioni importanti delle quali sono ben visibili i resti: dal tempietto dei Dioscuri (dedicato a Castore e Polluce) al tribunale, fino alle tabernae e alla cisterna.

Senza dimenticare le tre statue in marmo – quella di Minerva, quella di un giovane nudo che probabilmente rappresenta uno dei due figli di Giove) e quella di un magistrato con indosso una toga – ritrovate nel corso dei lavori di scavo.
Con un salto di diversi secoli ma di soli pochi chilometri, ecco che il viaggio nel tempo porta al 1365 nell’imponente Rocca Maggiore, la fortezza medievale fatta costruire dal Cardinale Egidio Albornoz, i cui suggestivi saloni ospitano ricostruzioni tematiche sulla vita medievale. Un edificio che ha alle sue spalle un lunghissimo e travagliato passato, a metà tra storia e leggenda: la tradizione vuole che il villaggio sulla vetta del colle attualmente occupato dalla Rocca fosse stato devastato nel 545 dal re goto Totila; è invece certo che la fortezza fu eretta delle truppe imperiali guidate da Cristiano di Magonza (1174) subito dopo la conquista della città di Assisi, per poi essere abbattuta di fronte al rischio che cadesse nelle mani di un governatore pontificio. Dopo un periodo di relativa tranquillità che portò, dal 1365 ai primi anni dell’800’, all’ampiamento e all’abbellimento della struttura, ecco che fu la popolazione locale a devastarla nuovamente dopo l’unità d’Italia (1859).
Il viaggio nel tempo non può che concludersi all’interno di Palazzo Vallemani, splendido esempio di architettura barocca con le volte affrescate all’inizio del Seicento da pittori umbri e toscani. Qui, nel piano nobile del palazzo, è ospitata la Pinacoteca Comunale, che custodisce diversi affreschi di epoca medioevale e rinascimentale provenienti da edifici civili e religiosi di Assisi e dintorni, e alcuni dipinti su tavola e su tela dei secoli XIV-XVII. Riunita dopo l’Unità d’Italia per evitare il rischio di un’eccessiva dispersione del patrimonio artistico della città dopo la soppressione delle corporazioni religiose, la raccolta mette in mostra un vero e proprio gioiello come la Maestà attribuita a Giotto, senza dimenticare le opere di Puccio Capanna, Ottaviano Nelli, Nicolò di Liberatore e Pietro Perugino.