Antrodoco Fuoriporta

Da Natale alla Befana ad Antrodoco è festa

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Musica, teatro, caccia al tesoro e la pasquarella. Non sai cos’è quest’ultima? E’ la tradizione che lega Antrodoco all’Epifania! Qui non manca niente per allietare soggiorni e passeggiate anche solo di una giornata. In sicurezza si intende! Cosa c’è dunque di meglio che lo stare all’aria aperta, dove l’aria è quella buona, quella che scende dal Terminillo, in un borgo del Lazio? La destinazione di Fuoriporta è Antrodoco con il suo centro storico che per l’occasione diverrà un “mercatino natalizio” dove fare incetta di balocchi da riporre sotto l’albero.

Zigzagando qua e là si trovano poi delle vere e proprie chicche, ve lo ricordate il Mistrà di Pallini, quello stipato nelle credenze di ogni nonna, che a volte lo utilizzava per nobilitare il caffè e altre per rendere più interessante il ciambellone? La storica azienda di liquori fondata nel 1875 da Nicola Pallini con il nome di Antica casa Pallini è proprio qui ad Antrodoco. A soli 20 anni Nicola è diventato un mercante abbiente, e decise di trasferirsi ad Antrodoco, piccolo centro al confine tra Lazio e Abruzzo che era, però, collegato alla rete ferroviaria. Ciò gli permise di ampliare i propri scambi commerciali con tutta l’Italia centrale. Casa Pallini era dunque un emporio, solo agli inizi del XX secolo entrarono nella ditta i due figli del fondatore: Virgilio si occupò del commercio di vini e liquori e Filadelfo del ramo delle stoffe. Il resto poi e storia e di questa resta il Palazzo, un pezzo di vita di Antrodoco.

La tradizione dei liquori continua a essere presente ad Antrodoco con la Distilleria Chinzari. Nata nel 1937 ha di recente ricominciato a produrre i liquori della tradizione, dall’Amaro alla Sambuca, che potrete trovare in diversi negozi di prodotti tipici.
Tra una bottega e l’altra c’è poi quella di Pierguido che ha scelto quest’angolo dell’alta Sabina per realizzare le sue opere “d’arte” in pelle. Lavora con passione e con tanta altra passione è accolto tra gli antrodocani e i visitatori, il suo design è un gradevole colpo d’occhio che cattura e fa tornare l’avventore che nel suo negozio varca la soglia.
Se si è fatta sera, le luci si spengono, ma il buio non cala, sono le luminarie che accendono il paese dell’atmosfera natalizia. Continua a passeggiare, Antrodoco al calar del sole si fa ancora più bella.

La vuoi una Copeta Antrodocana, è un composto di miele bollente, noci, viene versato e pressato su un piano di marmo e poi tagliato in piccoli rombi, infine adornati con foglie d’alloro. E’ un classicone del Natale da queste parti!

L’ 8 dicembre sarà aperta per l’occasione del Natale la Chiesa di Santa Maria Extra Moenia, poco fuori dal centro cittadino, con il suo battistero rappresenta il monumento più importante del paese! Nei suoi pressi c’è poi un piccolo obelisco sormontato da una sfera metallica che indica il centro geografico d’Italia! Antrodoco, già nel nome “in mezzo ai monti” evidenzia il tratto più caratteristico della sua collocazione geografica, sorge nel cuore di un territorio incontaminato, circondato da tre imponenti gruppi montuosi: il Monte Giano, dove è visibile la famosa scritta realizzata nel 1939 con alberi di pino in onore di Benito Mussolini, il Monte Nuria e il Monte Elefante.
Ed è proprio tra i monti che prende vita una delle tradizioni più longeve del territorio, la pastorizia. Come mangerete la ricotta di pecora e il pecorino da queste parti… non lo farete altrove!

Non perchè ad Antrodoco si mangi e basta, perchè da fare ve ne è, il corso è assai lungo, guardatevi intorno ed emozionatevi, ma il food, fa sempre la sua parte!
Stracci oh, stracci ah, so davero ‘na bonta, Stracci oh, stracci ah, te fau propiu reffiatà”. E’ con questo slogan che ad Antrodoco viene utilizzato per richiamare i buongustai a inforchettare gli stracci! Dimenticate i lembi di stoffa utilizzati per le pulizie domestiche: nel grazioso borgo che sorge lungo il corso del fiume Velino, gli stracci rappresentano il piatto tipico più noto e prelibato, che affonda le sue radici in un passato lontano.
Si tratta di particolari crespelle arrotolate, cotte al forno e ripiene di sugo di carne, salsa di pomodoro e formaggi: guai, però, a confonderli con i cannelloni. Questi sotto l’albero non possono andare, siamo d’accordo, ma nel forno fanno la loro figura!

Come da tradizione, si chiude sempre con un dolce, cosa c’è di meglio che di un buon gelato artigianale tra un lo shopping natalizio, qui c’è quello pluripremiato della gelateria Serani!

Buttate un occhio al programma del Teatro Sant’Agostino, troverete un ricco programma per il natale, sia per i grandi che per i piccini!

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