Rondelle di carote di Polignano al forno

Le carote sono arancioni. Sembra un’ovvietà, ma a Polignano a Mare non è così: nelle campagne che circondano lo splendido borgo pugliese si possono ammirare anche intrecci di viola, giallo e nero. Qui, infatti, si coltiva da tempo immemorabile un particolare tipo di carota – tutelata anche da Slow Food –  che ha un contenuto di fruttosio, saccarosio, e glucosio inferiore rispetto alla carota comune; e che ha soprattutto un sapore che la rende unica nel suo genere. Il colore esterno varia dal giallo al viola, mentre quello interno dal giallo all’arancione: la carota di Polignano viene coltivata dal 15 agosto al 15 settembre e viene raccolta rigorosamente a mano, così come si faceva un tempo. Il suo particolare sapore deriva dal fatto che le radici si insinuano in terreni sabbiosi dalla salinità decisamente elevata: ciò le rende ottime da consumare crude, in marmellate, ma anche all’interno di ricette più elaborate. Chi le assaggia per la prima volta, però, non può rinunciare a provare una ricetta semplice che, con l’aggiunta solo di un pizzico di pepe e di olio extra vergine di oliva, consente di assaporarne al meglio la dolcezza: le rondelle di carote al forno.

INGREDIENTI

10 carote, 3 cucchiai da tavola di olio extravergine d’oliva (EVO), un pizzico di pepe nero.

PREPARAZIONE

Pelare, lavare e tagliare a rondelle sottili le carote di Polignano. In una coppetta preparare il condimento a base di olio e pepe, versare le carote e mescolare. Mettere la carta forno in una pirofila o teglia e sistemare le carote. Cuocere in forno per 50 minuti a 160°.
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timballo

Timballo alla ciociara

E’ la pasta al forno tipica della zona del frusinate, splendido territorio ai confini con il Lazio. Qui il timballo alla ciociara è realizzato originariamente con lasagne di pasta all’uovo farcite a strati da sughi di carne e formaggio fresco, è un piatto che non manca mai sulle tavole nelle occasioni importanti.

INGREDIENTI

 Per la pasta: FARINA 400 gr, UOVA 4, SALE 1 pizzico

Per il ripieno: CARNE MACINATA DI MANZO 200 gr, CARNE MACINATA DI MAIALE 200 gr, UOVA 2, POMODORO PELATO 200 gr, CIPOLLE ½, VINO BIANCO ½ bicchieri, MOZZARELLA 120 gr, PARMIGIANO REGGIANO100 gr, BURRO 10 gr, OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA (EVO) 4 cucchiai da tavola, SALE q.b., PEPE NERO q.b.

PREPARAZIONE

Preparare con la farina, le uova e un pizzico di sale un impasto di pasta fresca all’uovo. Farla riposare, stenderla sottilmente e ritagliarla in grossi quadrati. In una padella soffriggere la cipolla tagliata a fettine e la carne macinata. Lasciar rosolare bene poi bagnare con il vino, far evaporare in parte, quindi aggiungere i pomodori. Dopo qualche istante unire le foglie di basilico, il sale e il pepe.  Lasciar bollire la salsa per circa 60 minuti. Cuocere la pasta scolarla piuttosto al dente, rinfrescarla e sgocciolarla su un panno bagnato e strizzato. In un tegame d porcellana da forno sistemare uno strato di salsa e uno di pasta lessata in precedenza; distendere altra salsa, fettine di mozzarella e uova sode, completando con una spolverata di parmigiano. Ripetere l’operazione altre tre volte. Terminare con la salsa, la mozzarella, il parmigiano e il burro. Far gratinare in forno a temperatura moderata per 15 minuti.

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Pasta e fagiolini, il piatto veg di Mesagne

Prima di tutto serve la varietà di fagiolini giusta!

Quelli migliori sono i Fagiolini Pinti o i Fagiolini Occhio Pinto, in dialetto si chiamo fagiolini “cu lu uecchi”.

Sono più sottili, tipici della puglia, più lunghi dei normali fagiolini e hanno un colore verde più scuro.

Si puliscono, in dialetto “si levano li piticini”, sarebbero le due estremità.

Si lavano e si cuociono facendoli bollire in acqua salata.

Non si fanno cuocere del tutto nell’acqua, ma la cottura nel sughetto fresco di pomodori.

Molte ricette riportano negli ingredienti la salsa di pomodoro, ma non va bene, servono i pomodori freschi!

Ingredienti

500 gr di fagiolini lessati a mezza cottura

800 gr di pomodorini di Torre Guaceto

1 cipolla bianca

olio qb

sale qb

zucchero qb

acqua qb

Preparazione

Mettere in padella olio, far soffriggere la cipolla con un pizzico di zucchero. La cipolla si deve un po’ caramellare.

Poi si aggiungono i pomodorini tagliati in 4 e si lascia cuocere con un po’ di acqua e sale.

Quando i pomodorini sono bene cotti e si è formata una salsina densa si aggiungono i fagiolini e ancora un po’ di acqua. Si lasciano in cottura per altri 15 minuti in modo che si insaporiscano entrambi.

Quando si riforma una salsina densa con il pomodoro, solo a quel punto si aggiungono gli spaghetti.

È importante che gli spaghetti non siano passati nel colapasta, bisogna prenderli uno ad uno con una pinza e metterli in padella!

Aggiunge al sughetto un po’ di acqua di cottura della pasta. Amalgamare il tutto.

Servire!

A piacere si grattugia la ricotta fresca.

Buon appetito!

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Ciaramicola_Fuoriporta

La ciaramicola di Pasqua fatta da Antonella

Antonella è sarda ma umbra di adozione e la Ciaramicola, le piace davvero molto! Così ci ha raccontato la sua ricetta per una Pasqua speciale con la  Ciaramicola in tavola!

Si tratta di un dolce pasquale perugino ma ormai diffuso in tutta l’Umbria. È composto da due colori, bianco e rosso che riprendono lo stemma e i rioni di Perugia.

Mi è stato raccontato  – dice Antonella – che, tanti anni fa, le promesse spose regalassero ai propri fidanzati la Ciaramicola il giorno di Pasqua e gli zuccherini colorati che sono sopra la glassa erano in segno di fortuna.
Ecco la ricetta

450gr farina 00
250gr zucchero
100 gr burro
1 buccia limone grattugiato
1 bustina lievito istantaneo
2 uova
1 bicchiere Alchermes

Per la copertura (glassa)
3 albumi
2 cucchiai zucchero a velo
Cofettini colorati

Sbattere farina, uova, zucchero, burro (ammorbidito), mettere buccia di limone e infine versare Alchermes.
Cuocere a 180° per 30 minuti.
Nel frattempo montate gli albumi con lo zucchero a velo fino a neve fermissima.
Lasciare freddare per 5 minuti il ciambellone poi con una spatola spalmare la meringa sul dolce e mettere gli zuccherini colorati.
Rimettere in forno a circa 90° per 30 minuti. Cosa importante tenere d’occhio la meringa, deve rimanere bianca e non dorata… appena la meringa è diventata dura togliere dal forno e farla freddare…. servire eh… buon appetito

Pasqua: le ciambelle di Sassoferrato

A Sassoferrato, uno de I Borghi più Belli d’Italia, le specialità culinarie per Pasqua sono diverse, sia dolci che salate: dalla pizza di formaggio alla pizza dolce, dalla coratella d’agnello alla frittata con la mentuccia, fino ad arrivare alle ciambelle di Pasqua di cui oggi vi passiamo la ricetta!
Sono legate alla cucina popolare delle campagne sassoferratesi, si tramanda che le donne di casa fossero solite impastare queste ciambelle il venerdì Santo, per poi cuocerle nei forni a legna di comunità la domenica di Pasqua. Pur essendo realizzate con pochi ingredienti necessitano di una lavorazione che prevede un lungo periodo di riposo tra una cottura e l’altra. Questi dolci si mantengono buoni e fragranti per più giorni. Oggi questa ricetta è ripresa dalle pasticcerie e dai forni locali, oltre che dalle mamme e dalle nonne nelle case.

Ciambelle di Pasqua

Ingredienti:
Farina quanta ne prende
10 uova fresche
Un quarto di litro d’olio d’oliva
Due cucchiai di zucchero
Cinque grammi di ammoniaca

Per la glassa:
quattro uova sbattute a neve con quattrocento grammi di zucchero e succo di limone.

Procedimento:
In un piatto fondo battere le uova. Aggiungere tutti gli altri ingredienti Fino ad ottenere un impasto morbido ma consistente. Formare delle ciambelle di dodici centimetri di diametro. Far riposare per cinque ore. Lessare le ciambelle una alla volta, in acqua appena bollente, fino a quando non saranno indurite in superficie. Quando sono fredde, inciderle tutto intorno senza tagliarle completamente. Far riposare per almeno dieci ore. Cuocerle nel forno a legna. Preparare la glassa con tutti gli ingredienti amalgamabile e ricoprire le ciambelle. Per finire decorare con zuccherini colorati.
Alcune ricette indicano anche di aggiungere semi di anice e mistrà.

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Le Zicorie in Val di di Rabbi… che bontà

In Val di Rabbi si viene per rilassarsi, per godersi l’aria buona ma anche per conoscere, nel profondo, la cultura locale… quale attività migliore se non quella di andare alla ricerca delle Zìcorie? Le puoi trovare durante il tuo percorso di trekking, meglio ancora se vieni nelle malghe e nei ristoranti della Valle, soprattutto durante lo “Zicoria FestiVal di Sole”. Clicca qui per scoprire dove sono le malghe: www.valdirabbi.com

INGREDIENTI:
60 g di foglie di Zìcorie
50 g di mandorle sbucciate
20 g di pinoli
120 g di Trentingrana grattugiato
1 spicchio di aglio
Olio extravergine di oliva

PROCEDIMENTO:
Lavate le zicorie sotto l’acqua fredda corrente e fatele cuocere all’interno di una pentola per circa 10 minuti. Scolate le Zicorie e strizzatele, in modo da eliminare l’acqua in eccesso. Una volta raffreddate, frullatele insieme a tutti gli altri ingredienti, aggiungendo circa 100 ml d’olio per ottenere un pesto più cremoso. Il pesto di Zicoria si abbina alle tagliatelle fatte in casa o semplicemente spalmato su dei crostini insieme al Trentingrana a scaglie.

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Risotto al Tartufo Bianco di Acqualagna con pera e zucca

Dalla Riserva del Furlo ad Acqualagna: è in questo tratto splendido delle Marche che i cavatori ogni giorno si immergono insieme ai loro cani nei boschi fittissimi di queste gole alla ricerca del tartufo. Anghetto o vanghino alla mano – uno zappetto particolare con una piccola lama di metallo in cima – raccolgono nel territorio di Acqualagna i 2/3 della produzione nazionale, circa 500/600 quintali di tartufo di tutti i tipi. Si tratta di un prodotto unico, che riesce ad esaltare il gusto di moltissimi piatti.

INGREDIENTI

Per cinque persone: 1,5 l di brodo vegetale, 400 g di riso, 300 g di zucca, 200 g di pere angelica, 100 g di tartufo bianco di Acqualagna, 100 g di burro, 80 g di Parmigiano grattugiato, 50 g di cipolla bianca, 50 g di Casciotta d’Urbino, sale e pepe q.b.

PREPARAZIONE

In una casseruola, imbiondire la cipolla tritata con del burro, aggiungere il riso e tostare.
Bagnare il riso con del vino bianco, far evaporare e proseguire la cottura aggiungendo il brodo poco alla volta. A parte, saltare la zucca tagliata a cubetti con burro sale e pepe, lavare e mondare le pere, tagliarle a cubetti e metterle in acqua fredda con l’aggiunta di succo di limone per evitare l’ossidazione. A fine cottura del riso, mantenendolo al dente, aggiungere la zucca e le pere e mantecare con burro e parmigiano grattugiato. Regolare di sale e pepe. Servire con l’aggiunta di Casciotta grattugiata e tartufo bianco di Acqualagna affettato al momento.

 

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Da Mantova il risotto alla “villimpentese”

Villimpenta, grazioso centro in provincia di Mantova, è una delle capitali italiane del risotto. Merito del riso “vialone nano”, una pregiata qualità che in queste campagne si coltiva da tempo immemorabile, e del risotto alla “villimpentese”, la cui ricetta tradizionale impone riso vialone nano cotto a vapore, carne di maiale e il paiolo di rame di fabbricazione artigianale.

INGREDIENTI PER 8 PERSONE

1 Kg. di riso Vialone Nano, 4 litri di acqua, 7 etti di carne di maiale non troppo magra macinata grossolanamente, 2 etti di grana, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, 1 etto di burro, 2 spicchi di aglio, sale e pepe qb.

PREPARAZIONE

Far bollire 4 litri di acqua, quindi gettare il sale e versare il riso; mescolare un po’ e aspettare che il tutto ricominci a bollire. Togliere l’acqua di cottura con l’aiuto di un mestolo, mescolare il riso e coprire con un panno, che deve essere posto quasi a contatto del riso e con un coperchio. Lasciare il recipiente coperto e lontano dal fuoco per 10 minuti. Controllare che il riso sia cotto al punto giusto altrimenti lasciare coperto per qualche altro minuto. Nel frattempo cuocere nel burro il macinato di maiale per circa 10 minuti, con l’aggiunta di 1/2 bicchiere di vino. Versare nel riso il condimento e il formaggio e servire, magari accompagnato con buon Lambrusco.

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I maccheroni a fezze, il primo piatto simbolo della Sabina

Acqua, uova e farina: ingredienti semplici e genuini, tipici della cultura contadina della bassa Sabina. Prodotti che, sapientemente lavorati dalle mani esperte delle massaie, danno vita a un piatto dal sapore unico, i “maccheroni a fezze”. Da queste parti la ricetta originale si tramanda di madre in figlia da tantissimi anni: l’impasto viene a lungo lavorato e quindi trasformato in un unico, lungo filo di pasta; poi viene raccolto nella fatidica matassa (dal nome dialettale di fezza) e successivamente cotto e condito con sugo di carni miste o con un pesto a base di olio extravergine, aglio (crudo e intero) e maggiorana.

INGREDIENTI

Farina, acqua e sale.

PREPARAZIONE

Disporre la farina sulla spianatoia ed impastarla con l’acqua tiepida ed un pizzico di sale. Lavorare fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Con il pugno della mano un po’ chiuso, premere al centro della palla di pasta in modo da ottenere quasi un grosso ciambellone, bucato al centro. Lavorare la pasta con entrambe le mani leggermente unte di olio d’oliva, fino a ridurla ad un unico, ininterrotto, lunghissimo maccherone che formi quasi una matassa dai cento fili. Preparati i maccheroni, vanno cotti in acqua bollente salata e poi conditi.

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A Carnevale si festeggia con le zeppole di patate

Un classico della cucina carnevalesca campana, che nel corso degli anni è stato poi “adottato” in tante altre zone d’Italia. Le zeppole fritte di patate sono un peccato di gola al quale è davvero difficile resistere!

 INGREDIENTI

 Farina tipo 00 400 gr, zucchero 2 cucchiai, lievito di birra mezzo cubetto, latte una tazzina, uova 3, burro 70 gr, olio di semi di girasole 1 litro, patate, zucchero q.b.

PREPARAZIONE

Lessate le patate per circa 40 minuti in abbondante acqua, fino a che non saranno morbide. In una ciotola disponete la farina a fontana ed aggiungete lo zucchero ed il lievito sbriciolato. Aggiungete le uova, il latte e unite le patate lesse passate nello schiacciapatate. Aggiungete il burro fuso. Lavorate l’impasto a mano su di una spianatoia infarinata, incorporando bene gli ingredienti e fino ad ottenere un panetto morbido ma non appiccicoso. Prelevate una parte dell’impasto per creare dei cordoncini di un centimetro e mezzo di spessore che andrete ad intrecciare alla base per creare le ciambelle e premendo con un dito per non far staccare le estremità. Ponete le zeppole di patate su di una teglia ricoperta di carta forno e infarinata, ben distanti tra loro, affinché non si attacchino durante la lievitazione. Lasciatele lievitare in forno spento per almeno un’ora, fino al raddoppio del volume. Fate scaldare l’olio in una padella dai bordi alti e friggete le zeppole, una o due per volta, quando l’olio sarà abbastanza caldo ma non bollente. Scolatele e riponetele su carta assorbente prima di passarle nello zucchero da entrambi i lati. Servite le zeppole di patate prima che si freddino.